Accompagnati dai loro docenti, gli studenti delle Scuole Superiori di II Grado di Torino hanno assistito – ieri, 23 Novembre – alla proiezione del film La teoria del tutto. Quello che che si sono trovati davanti in due vorticose ore è stata la straordinaria biografia del cosmologo Stephen Hawking, interpretata con empatia commovente da Eddie Redmayne, diretto da James Marsh che ne ha toccato i nodi salienti. Non era facile centrare il cuore di una vita tanto fisicamente sfortunata quanto intellettualmente prodigiosa: quella di un ragazzo che potrebbe spiegare con un teorema matematico l’origine e l’arrivo dellUniverso, e fornire un modello per il Tempo, quando proprio il suo tempo viene di colpo radicalmente accorciato dall’insorgere di una malattia spaventosa.
Eppure il film viaggia sicuro verso le sue tappe: il reciproco amore di Stephen e Jane (Felicity Jones), che non si perde mai pur trasformandosi continuamente, la riflessione sulle diverse religiosità che possono sostenere la stessa speranza, l’approccio umoristico a tutte le vicissitudini. Scienza e teologia si intrecciano al punto di fondersi, fino al meraviglioso flashback finale che riavvolge la trama e la vita del professore: prima dell’ultimo convegno, prima della tracheotomia che lo ha ridotto a parlare da un computer, prima della paternità, del dottorato, degli esami medici, delle feste a Cambridge, del primo bacio dato a Jane, fino a un attimo prima del primo sguardo scambiato con lei. Quando tutto stava per esplodere, come una stella quando nasce.
Uno stesso ponte tra fisica universale e fisica umana è stato costruito dalla ricercatrice Anna Curir, l’ospite della giornata che ha guidato il dibattito alla fine della pellicola, tra le appassionate domande dei ragazzi in sala.