Da piccola raccoglievo le lenzuola di mia nonna, a volte le tiravo via direttamente dal suo letto, poi raccoglievo le sedie, e poi i cuscini e poi… che fine facevano? Una casa sull’albero, un’astronave, un’ automobile. Un’ automobile già… e chi di noi non ha mai sognato di vivere un’ avventura? Partire. Scoprire. Uno biondo con la passione per il disegno, l’altro bruno con la passione per i motori. In jeans e felpa il minuto Microbe, così soprannominato per la sua bassa statura nonostante i suoi 14 anni ( e mezzo); con il suo immancabile giubbino di pelle plastificata rosso e nero Gasoil, perché sempre sporco di olio a motore. Diversi sì, ma entrambi accomunati da un grande talento e una irrefrenabile voglia di viaggiare.
Posso farti una domanda personale Gasoil?
Certo, a questo servono gli amici.
Amicizia: è questa la forza motrice tra un “inguaribile romantico” e una “scimmia oliata”. Un’amicizia pura e leale, una coperta che scalda ogni singolo momento di solitudine. Anticonformisti per eccellenza, alla fine dell’anno scolastico decidono di partire alla volta delle campagne francesi e per un amore che contorce le budella. Un motore, due sedili, un volante, due finestre, due vasi di gerani et voilà la casa su quattro ruote è pronta.
Un’ auto che è simbolo di coraggio, è come la guerra del 1940! Una serie di peripezie quasi surreali. Bandito ogni tipo di tecnologia. L’i-phone? Oh al diavolo, sotterrato, e non solo metaforicamente! Una provocazione seppur fatta con ironia, da parte del regista Gondry, che non si limita a trasformare la fantasia in realtà attraverso il suo lavoro, ma denuncia in certe scene la discriminazione razziale. Profondi e frizzanti i dialoghi tra i due simpatici “philosophe”, che hanno saputo far vibrare le corde di temi di non poco conto (la scoperta del proprio corpo e della propria sessualità, il coraggio di amare e la difficoltà che comporta il divenire adulti) e hanno smosso non poche risate a tutta la sala presente alla proiezione.