L’opera prima di Rémi Chayé, Tout en haute du monde, soddisfa anche il pubblico torinese di Sottodiciotto Film Festival, dopo aver vinto il Premio del Pubblico al Festival internazionale del film d’animazione di Annecy. Caratterizzata da uno stile essenziale e da disegni semplici ma mai abbozzati, questa coproduzione franco-danese è l’ennesima prova che il cinema d’animazione francese conta davvero a livello mondiale. Una nuova ondata di disegnatori che i pone come antitesi del sistema di produzione americano, più legato a uno stile di disegno standardizzato e a budget elevati.
Tout en haute du monde è la storia di Sasha, una ragazza proveniente da una famiglia aristocratica, che si ribella all’ipocrisia dilagante del ceto sociale a cui appartiene per partire alla ricerca del nonno, uno scienziato ed esploratore di cui non si hanno più notizie da tempo. Una volta ritrovati gli appunti del vecchio, Sasha scopre che la ricerca deve cominciare dal Polo Nord. È lì che bisogna cercare la Davai, la nave con cui egli era salpato.
Ed è così che comincia il viaggio insieme a una ciurma capeggiata da un uomo burbero e algido che poi si rivelerà di buon cuore. L’impresa al Polo di Sasha e i suoi amici è riportata sullo schermo con sequenze efficaci, evocative e poetiche. Inoltre, a enfatizzare la bellezza delle immagini ci pensa una colonna sonora attinente e calzante, curata da Jonathan Morali.