Siamo negl’anni 30’, e tra il proibizionismo e la grande depressione si infilano i boccoli biondi di Shirley Temple, l’enfant prodige che ha segnato un’epoca. Riccioli d’oro può dirsi il maggior successo della piccola diva, film che la resa una vera icona, la bambina d’America. Durante l’annuale visita dei tutori all’orfanotrofio, le sorelle Mary (Rochelle Hudson) e Elisabeth (Shirley Temple) vengono notate dal maggiore benefattore dell’istituto, Edward Morgan, che decide di adottarle. Dopo un’estate passata insieme, si affeziona sempre più a Elisabeth, tanto da considerarla figlia propria, e inizia a provare dei sentimenti per Mary, la quale tra l’altro decide di sposarlo.
Una storia ingenua e ottimista, non necessariamente rivolta ad un pubblico di bambini, o almeno, non si deve al pubblico giovanile il suo successo. La nostra riccioli d’oro ha conquistato intere famiglie grazie al suo visetto adorabile e a qualche passo di tip tap. Come una calamita attira l’attenzione sullo schermo, e nessuno si accorge della sorella diciottenne Mary, quando lei è in scena.
C’è chi l’ha definita una baby lolita e chi la personificazione dell’ottimismo rooseveltiano, magari non sarà nessuna delle due, ma una cosa è certa : è un fenomeno mediatico che negl’anni 30’ non aveva precedenti. Tutti sapevano chi fosse Shirley Temple , e riccioli d’oro diventò un’espressione usata nel linguaggio comune. Un marchio di merchandising destinato a spegnersi presto purtroppo. La nostra piccola diva, infatti, arrivata all’adolescenza non risultava più così irresistibile, e dopo qualche flop, si ritirò dalla scena soli a 21 anni. Ma Riccioli d’oro vivrà per sempre sullo schermo: è questa la magia del cinema.