Ancora una volta al Sottodiciotto Film Festival i veri protagonisti sono stati gli studenti delle scuole che, assieme al rispettivo corpo docenti, hanno realizzato i cortometraggi proiettati oggi al cinema Massimo. Filmati realizzati per vincere l’ambito premio del Sottodiciotto e il premio pubblico, il cui esito è determinato dalla valutazione data dai giovani studenti presenti in sala (almeno per questa categoria di concorso), senza dimenticare l’importanza dei messaggi a loro trasmessi.
Discriminazione razziale, bullismo, anoressia, dipendenza dalla tecnologia e alienazione, sono i temi affrontati con originalità e determinazione dagli studenti partecipanti al concorso nella speranza di mandare un forte messaggio attraverso il grande schermo. “Sono diventato sia attore, sia giudice, non potrei essere più felice” così risponde Matteo alla domanda Cosa ti ha lasciato questa esperienza?. Attori, studenti o giudici? Il Sottodiciotto Film Festival ha saputo trasformare in tutto questo, anche se per un breve momento, i giovani frequentanti le scuole secondarie di secondo grado aderenti all’iniziativa, ma soprattutto ha saputo coinvolgere grandi e piccini, in un’emozionante esperienza, che come sottolinea la piccola Elena, “Ha dato a chi ha fatto e guardato i film la possibilità di crescere e divertirsi… e spero che tutti i messaggi trasmessi restino nel cuore delle persone e non volino via”.
Il Festival si dimostra, in questi momenti, occasione di scambio e di crescita, non tanto nel senso più semplice dei due termini quanto nel senso più profondo degli stessi. Un cinema che fa crescere i piccoli e che scambia i piccoli con i grandi, che li mette al centro e che consente loro uno spazio in cui ricevere attenzione per stimolare il dialogo, la parola, il racconto di esperienze che di per sè sono già ricche di significativi accrescimenti del sè.
Alice Rolando
