Per quanto nella nostra società stia imperando l’individualismo, permane la costante necessità diffusa di imporre la propria opinione: non si è pronti a concedersi il beneficio del dubbio, e quindi, a imparare.
Lo scrittore Andrea Bajani ha voluto ridare un po’ di dignità a questa pratica, in una serie di incontri che si sono conclusi con quello di Mario Brunello, violoncellista di fama internazionale, autore del libro Silenzio. Ed è proprio il silenzio la terza fase necessaria per imparare. Ad un primo acchito, si rimane piuttosto spiazzati all’idea che un musicista voglia elogiare il silenzio: la sua vita si basa sulla musica, l’assenza di silenzio. Ma Mario Brunello non è un monaco tibetano, bensì un genio visionario. Rivela di non avere riconosciuto l’importanza del silenzio, fino quando non ha raggiunto l’età adulta: quel momento in cui si è pienamente consapevoli di se stessi e si è pronti di nuovo a imparare, con la sorpresa e la meraviglia, che solo la maturità concede.
Infatti, superando la concezione negativa che le esperienze di infanzia trasmettono, arriva a porsi il problema del perché, durante l’insegnamento musicale, non si insegni l’importanza del silenzio: in un esecuzione, infatti, se si saltano le pause che l’autore aveva previsto per quei temi, ci si allontana completamente dall’idea originaria, stravolgendola. Arriva poi a mostrarci come il silenzio sia un palco: una struttura di cui non ci si accorge nel corso dell’opera; ma anche l’ossigeno, il liquido amniotico dentro cui la musica nasce e muore: solo così ci si rende conto che la mancanza di musica non è silenzio, ma musica. L’insegnamento dell’importanza del silenzio porterà, secondo Brunello, a saper riconoscere la giusta calibrazione tra l’esecuzione delle note e il silenzio, permettendoci di distinguere il grande interprete. Solo chi sarà dotato di una spiccata sensibilità, infatti, potrà cogliere il giusto tempo da attribuire a quello spazio, infinito e immisurabile, tra due note. Conclude l’incontro poi, con l’esecuzione di una sarabanda di Bach, un tema in grado di suscitare una tale meraviglia nel pubblico da lasciarlo interdetto, per qualche secondo, prima di applaudire: questa è l’estasi del silenzio.