“One, two, trhee, four, five, six, seven, eight” è il ritmo che anima il cuore della giovane Jenny. Tuttavia, la morte improvvisa della madre la costringe a gestire da sola la depressione del padre disoccupato e la vita del fratello minore Fabrizio, rinunciando in un primo momento al nuoto sincronizzato, che da sempre è la sua grande passione.
Cloro di Lamberto Sanfelice ha immerso letteralmente gli spettatori del cinema Romano nella vita della protagonista analizzando tutti gli aspetti psicologici, tormentati e confusi, che come demoni logorano l’anima della piccola adulta privandola, a tratti, della fanciullesca ingenuità. Scene crude e parole violente suscitano nel giovane pubblico reazioni differenti costringendolo a riconsiderare profondamente l’intimo rapporto fra il dovere e il piacere, la passione e la ragione. Rapporto sottolineato dalla sincronetta olimpica russa Anastasija Ermakova nel suo intervento a fine proiezione.
Attraverso una storia intensa e complessa, il film ha smosso temi attuali e, in particolare, ha lasciato a chi era presente una lezione di vita fondamentale: la consapevolezza dell’importanza di ogni nostra scelta nonostante la giovane età.