Si è aperto lunedì 7 dicembre alle ore 14.00 il lungo pomeriggio di proiezioni dei corti realizzati da parte dei ragazzi under 18 che, in completa autonomia o con il loro gruppo di amici, hanno deciso di partecipare alla sedicesima edizione di Sottodiciotto Film Festival.
Presenti in sala, tra gli altri, Lidia, che ci ha parlato del corto Alice cascherina, basato su un testo di G. Rodari, Ludovico Bossi, sceneggiatore e regista di Il male minore, che ci ha raccontato dei quattro giorni di ripresa e di come il film parta dal dilemma del prigioniero, un gioco matematico che lo appassiona. Tra i titoli in concorso anche James Bones – il cangiante corpo vuoto, un progetto dal nome CARTONI ANIMATI IN CORSIA, che porta in ospedale un piccolo set di animazione e che si realizza grazie al forte contributo dei bambini. Di particolare rilievo anche Un hotel di troppo, corto basato sullo stile comico della sitcom americana.
Dal drammatico al comico, tra speranze e promesse e arrivando fino al senso di surreale, molto coinvolgente si è rivelato il corto Eyes for All di Riccardo Simoncini, che prende spunto dal genere fantascientifico per raccontare un mondo dove tutti non fanno altro che guardare la televisione a cui partecipano, sebbene con la produzione di contenuti poco interessanti. La coppia di protagonisti, un chiaro rimando a 1984 di Orwell, tenta inutilmente di fuggire da questo reality infinito, ma finisce per diventarne parte integrante. Dal tono più leggero Ci penserà qualcun altro di Jacopo Barbero, la storia di un gruppo di produttori cinematografici che non riescono né vogliono trovare un soggetto da sviluppare, preferendo delegare il proprio compito a qualcun altro. Degni di nota anche i lavori intitolati Dolci Sogni, Anche gli oggetti vanno in vacanza e Niente fiori in Primavera, tutti e tre realizzati in stop motion. Dai forti temi invece i lavori Hateful me, che insiste sulla depressione e l’autocommiserazione, e Solo, invisibile di Sebastian Bonolis, dal carattere surreale e aperto a molte interpretazioni.
Visioni giovani e spensierate sono quelle di Enrico Ategiano con Excape 3, un cortometraggio collettivo visto come un gioco, una visione giovane e spensierata che ci ricorda per cosa era nato il cinema: divertire. Segue Midnight in Turin, un viaggio nel tempo in una Torino proibita di notte che viene riscoperta con sguardo meravigliata. Segue ancora Bandhobi di Fatima Binta Bah: non è solo un cortometraggio, ma un progetto sociale volto a mostrare come la realizzazione di un film non si basi solo sulla tecnica ma sulla coesione necessaria per la buona riuscita. Un po’ come la storia d’amicizia che racconta. Chiude i 22 corti in gara il titolo Unbelievable – credere è complicato un cortometraggio connotato da una buona scelta delle colonne sonore e degli attori.