Il mio viaggio con i veri protagonisti di questo evento è iniziato questa mattina sulla linea 15 del tram quando, ancora un po’ assonnata, ho intuito che quel nugolo di bimbi dagli occhi curiosi e dai giubbini colorati fosse diretto come me al cinema, per seguire la proiezione dei cortometraggi animati dei giocolieri dell’animazione Cristina Làstrego e Francesco Testa.
I piccoli cinefili hanno preso posto nelle tre sale. Non appena è calato il buio, Marco – 4 anni, seduto a fianco a me – si è aggrappato al mio braccio per non sprofondare nel baratro della poltrona. L’ho lasciato fare e mi sono goduta lo spettacolo, cercando di lasciarmi traghettare senza indugi in un mondo fatto di buffi animaletti danzanti, di leoni direttori d’orchestra e di incantatori di coccodrilli.
Le musiche di Lorenzo Marini accompagnano il balletto meccanico de La creazione, il più poetico e suggestivo tra i corti proposti, in cui i collages della Làstrego, magnifici assemblaggi dei più disparati tessuti e materiali di riciclo, prendono vita accompagnandoci nel viaggio della creazione del mondo. Quando la musica si fa più concitata e gli animali prendono vita, i bambini giocano ad identificarsi con loro: “Io sono quel gufo!”, “…e io il topolino!”, “Io sono il cobra!”, urlano gli spettatori. Ecco che compare in scena un uomo, poi una donna. Un casto bacio, e immediatamente una nidiata di bambini danza tutt’intorno. Persone e animali sfilano e danzano armoniosamente, in un mondo in cui c’è spazio per tutti. Dopo una serie corti prettamente circensi e goliardici, è la volta di Amita della giungla, la piccola abitante di un mondo in cui uomini ed animali sono capaci di comunicare tra loro.
Alla fine di ogni episodio, piccoli distillati di saggezza popolare sembrano colpire molto i bambini: “Chi torna da un viaggio è una persona diversa” oppure “La cautela non è mai troppa!”. Amita fa da collante tra una modernità fatta di comprensione e accettazione del diverso e l’antica saggezza popolare. Al termine della proiezione, chiacchiero un po’ con i miei compagni d’avventura. Ciò che evinco dai loro sguardi è che i concetti di altruismo e autenticità, a volte per noi difficili da comprendere, sono assimilati perfettamente dai piccini. Il mio vicino di poltrona è stato lapidario: “Sì, mi è piaciuto!”. “E perché?”, “Perchè mi piace!”, taglia corto lui, ricordandomi che a volte le cose accadono così, semplici e spontanee.