Stamattina al cinema Classico, pochi fortunati bambini hanno avuto l’occasione di vedere in anteprima Mune – il guardiano della luna, film d’animazione francese ideato dai creatori di Kung Fu Panda in uscita il 5 febbraio.
A metà tra un personaggio di Avatar e uno di Hercules, Mune è un piccolo fauno, il cui compito è quello di illuminare la foresta di notte, ruolo che però non riveste con serietà. Tuttavia, il futuro ha in serbo per il nostro giovane amico grandi progetti e, infatti, viene scelto direttamente dalla luna per esserne il nuovo guardiano. Ricade così su di lui una responsabilità che non aveva richiesto, ma dovrà adattarsi in fretta e dimostrare tutto il suo coraggio per ristabilizzare l’equilibrio tra Sole e Luna, minacciato dalle forze del male.
Il film è una favola moderna ricca di mitologia antica: l’epico scontro tra Zeus e Crono è riproposto in una variante meno drammatica in cui tutti, bene o male, sono vincitori. Semplificando l’astronomia, mostra un mondo fantastico in cui la luna è trainata da una strana creatura, simile a un elefante di Dalì, e il sole può essere tenuto nel palmo di una mano o spento con un soffio.
Sebbene sia evidente il tocco francese che pervade tutto il film, non si può fare a meno di notare il riferimento a Inside Out per quanto riguarda il mondo dei sogni. Ma a differenza dell’ultimo lavoro targato Disney, Mune – il guardiano della luna è davvero un film per bambini. Un cattivo individuabile ma redento, un eroe senza speranza, una fanciulla in pericolo e al tempo stesso necessaria alla riuscita dell’impresa: ecco la miscela vincente in grado di catturare l’attenzione del giovane pubblico e in fondo, lo ammetto, anche la mia.