Ridere in guerra. Anteprima del nuovo film di Fernando León de Aranoa

6 Dicembre 2015 by in category Articoli dal DAMS with 0 and 0
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Nel 1995, da qualche parte nei Balcani, si trova un gruppo di operatori umanitari dell’AID Across the border, impegnato ad aiutare la popolazione locale messa in ginocchio dalla guerra in atto: Mambrè (Benicio del Toro) è il leader tenebroso e rubacuori, B (Tim Robbins) il saggio veterano, Sophie ha tanti ideali e la combattività della nuova arrivata e Damir fa l’interprete. Tutti sono accomunati da un grandissimo senso dell’umorismo, un’arma che taglia ma non insanguina, che li salva nel dramma delle mine sotterrate, dei padri di famiglia impiccati, dell’indifferenza di militari più devoti a un protocollo che a un essere umano.

Filo conduttore della narrazione è la duplice ricerca di una corda, con cui estrarre un cadavere gettato in un pozzo, e di una palla rubata: ridonare, così, l’acqua a un villaggio e il sorriso a un bambino… a ritmo di sarcasmo e di coraggio, tutto si risolve nel grande acquazzone finale, carico ancora d’ironia (perché preannunciato come nel Frankenstein Junior di Mel Brooks), e democratico nello spedire tutti i contendenti sotto tetti che le bombe non temono.

Come un Mediterraneo nel Caucaso, anche Perfect day descrive un legame affettivo crearsi tra gli uomini in servizio all’interno di uno scenario bellicoso, il loro strenuo attaccamento a quell’ambiente, e rifiuto di disgregarsi perfino a conflitto superato e missione compiuta: perché «non molti possono dire di mancare a persone che nemmeno conoscono, e una famiglia è ovunque ci siano persone bisognose» (Tim Robbins).

 

Marco Bellani

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