Quando è comparso il titolo in italiano del film The Lesson, tradotto con La Buona Scuola, il pubblico in sala non è riuscito a trattenere una sonora risata. Inevitabile pensare alla riforma della scuola voluta dall’attuale governo. Titolo italiano, però, assolutamente fuorviante in questo senso rispetto al titolo originale, molto più centrato e pertinente. The Lesson, di Kristina Grozeva e Petar Valchanov è stato scelto da LUX PRIZE FILM 2015, concorso promosso dal Parlamento Europeo, per essere distribuito in 24 Paesi e 28 lingue insieme a Mediterranea di Jonas Carpignano e Mustang di Deniz Gamze Ergüve.
Il film racconta la storia di un’insegnante di inglese rigida e precisa che attraversa il problema del furto e del prestito di denaro sia in classe che nella vita privata. Nadye è una protagonista silenziosa e razionale che affronta la vita di petto, senza paura, e che ha preso il suo ruolo di insegnante come una missione educativa. La vita stessa, però, la porrà di fronte a situazioni inaspettate che le faranno mettere in dubbio tutti i suoi valori, e le insegneranno che non sempre alla diligenza corrisponde il merito, che al sentimento corrisponde la fiducia, che ad un errore corrisponde una colpa.
La vediamo cambiare lentamente e inesorabilmente durante la storia: le sue camicie abbottonate e impeccabili, piano piano si sgualciscono e vengono fuori dai pantaloni. C’è un’evoluzione estetica del personaggio a cui corrisponde, ancora più forte, un’evoluzione interiore.
Sono molti i significati e le riflessioni che ispira questo film che meriterebbe una seconda e una terza visione per essere compreso fino in fondo e sviscerato nelle sue sfaccettature: consente di interrogarsi sui rapporti di causa – effetto, non sempre logici e diretti, che irrompono nella vita delle persone e nella società scardinando gli equilibri.
“Nella vita accadono molte cose strane, questa è una di quelle”.