La diversità non fa paura, e se la si guarda con gli occhi di un bambino, non è nulla di più che un granello di sabbia. Questo ha permesso ai bambini della Scuola Primaria di Selargius di raccontare la storia di Nevè, cortometraggio vincitore del primo premio della categoria Scuole dell’Infanzia e Primarie.
Ecco una breve intervista alla maestra della classe realizzatrice del lavoro.
Prima di tutto, volevo complimentarmi con lei per la vittoria. Se lo aspettava questo premio?
Onestamente no, e mi dispiace che non ci siano potuti essere i bambini. Però il cortometraggio ha già vinto un premio per il Concorso indetto dal Ministero, che si chiama I giovani ricordano la Shoah.
Come è stata, per lei e i bambini della sua classe, questa esperienza di lavoro?
È stata certamente una bella esperienza, che ha portato a grandi gratificazioni, non solo per me ma soprattutto per i bambini. Abbiamo lavorato molto e loro sono i veri artefici di questo lavoro.
Come siete riusciti a trattare l’argomento della Shoah con un gruppo di bambini così piccoli?
Io ho iniziato i miei studi e lavori sulla Shoah prima del 2000, e questo mi ha permesso di avere una vasta conoscenza dell’argomento. Inoltre, come maestra ho il compito di insegnare ai bambini non solo le materie, ma anche un senso di rispetto e amore. Con questa partenza, non solo si raggiunge la risoluzione dei momenti di difficoltà tra le tante diversità di pensiero, ma si riesce a trasmettere ai bambini uno dei valori che io ritengo fondamentali: la diversità.